Un’indicazione viene da Blanchot:
Una delle sorprese della mascalina consiste nella sua
purezza. Essa impedisce all’agitazione di finire in confusione e, così come
esclude il vago disordine, distrugge anche la calma composizione dell’ordine. Le
immagini che offre sono troppo pure. La loro artificiosità è dovuta a questo
eccesso di purezza. Tutto è vertiginoso senza vertigine: il regresso all’infinito
si opera nel secco orrore di un’implacabile precisione. L’oblio è solo la
ripetizione del No che respinge il finito respingendo anche il non finito, con
una potenza crudele che fa già parte della rettitudine della macchina […]. La mescalina
è quasi senza spazio, fa del pensiero una linea crudelmente retta […]. Sempre
un’unica direzione, e questo per l’eternità.
[Maurice Blanchot, Noi lavoriamo nelle tenebre, Novi
Ligure, Edizioni Joker, 2006, pag.37 – a proposito di Henri Michaux]
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