Ci sono persone
che non credono in niente fin dalla nascita. Ciò non toglie che tali persone
agiscano, facciano qualcosa della loro vita, si occupino di qualcosa, producano
qualcosa. Altre persone invece hanno il vizio di credere: i doveri si
concretizzano davanti ai loro occhi in ideali da realizzare.
Se un bel
giorno costoro non credono più […], ecco che riscoprono quel ‘nulla’ che per
altri è stato sempre, invece, così ‘naturale’.
La scoperta del
‘nulla’ per essi è però una novità che implica altre cose: implica cioè non
solo il proseguire dell’azione, dell’intervento, dell’operosità (intesi ora non
più come Doveri ma come atti gratuiti) ma anche la sensazione esilarante che
tutto ciò non sia che un gioco.
[Pier Paolo
Pasolini, op. cit., pag.423]
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