Sul tetto davanti al mio terrazzo si aggira una donna.
Indossa un camice bianco, da infermiera. Cammina a piccoli passi, cauta tra le
tegole, attenta a mantenere l'equilibrio. È calva, ma solo per metà del cranio.
Sull'altra metà, la chioma rada di media lunghezza è raccolta in un codino. Che
razza di bizzarria, penso, una donna calva a metà. Poi dalla finestra velux sul
tetto, spunta una testa d'uomo, un braccio, la mano che stringe una parabola
satellitare con sopra la scritta ‘Sky’. I due installano la parabola vicino a
un comignolo spento. Alla fine del montaggio, la donna sembra soddisfatta.
Seguita dall'uomo, ridiscende lungo una scaletta che penetra nel sottotetto. M’immagino
che vista l'ora tarda, chieda all'uomo di restare a cena da lei e lui accetti.
L’uomo ha accettato, sì. Così me li immagino, l'uomo e la donna, mentre
allegri, davanti a un bicchiere di Sangiovese, si raccontano le loro rispettive
vite. Poi m'immagino la donna in vestaglia, adagiata comoda comoda nella
poltrona del suo salotto in stile, con le dita che sfiorano il telecomando,
mentre salta da un canale tematico all'altro, di buon umore perché ha tutti
quei programmi nuovi da vedere, e in più ha fatto la conoscenza di quest’uomo che
le ha chiesto di andare al cinema con lui, un giorno della settimana prossima,
e lei già sta pensando a quale film, quale vestito. Vado a letto. Con in testa
la felicità della donna calva a metà, mi addormento di botto.
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