sabato 3 novembre 2012

So it goes #23

 «Su quella frase che Macbeth dice, ‘La vita è una storia raccontata da un idiota’», dico a X, «’piena di rumore e furia’, dice, ‘che non significa niente’… be’, io dissento». «Io penso semmai che nella vita, di significato, fin troppo ce ne sia», dico. «Per dirla con una metafora gastronomica, io penso che la vita sia un po’ come uno di quei dolci natalizi dalla pasta dura», dico a X. «Che nell’impasto, di tutto ci trovi… Dai canditi ai fichi secchi, dal croccante al cioccolato… Ne mangi un pezzo, e subito lo capisci, che è stato troppo, che ti provoca la nausea, perché troppi sono gli ingredienti lì dentro concentrati e tutti ugualmente nutrienti e calorici e col loro inconfondibile sapore… Era troppo! ti dici, hai fatto una sciocchezza, sbagliato la quantità!… Addenti un gheriglio di noce, e tac! ti salta via un ponte dentale…». «E allora?» dice X. «Il fatto è», dico, «che quel che hai mangiato, e questo te lo ricordi molto bene, era davvero una prelibatezza. Era elettrico e pieno di calore». «Il fatto è», dico a X, «che di mangiarlo, prima o poi, lo sai bene che ancora ne avrai voglia. E così sarà per sempre. E non te ne importa se vomiterai, se perderai i denti… Per sempre». Io così direi a Macbeth che è la vita.
 
So, so.

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