«Ma il mazzo di
rucola», dice Z leggendo lo scontrino fiscale, «mi vuoi dire che l’hai pagato
due euro e mezzo?». «Sì», dico. «Dove l’hai comprato?... In gioielleria, per
caso?». «Dal fruttivendolo all’angolo con via Clavature», dico. «Il negozio dove
fa spesa Montezemolo, intendi?» dice lei. «Può darsi. Io, i prezzi, in generale,
non me li ricordo. Dato che sono espressi in numeri… E i numeri, io, non li
memorizzo. Non c’è niente da fare, niente». «E gli anni che eri fidanzata con
quel matematico siciliano?» dice Z, che oggi si vede lontano un chilometro che
è in vena di polemica. «Si era laureato alla Normale di Pisa, infatti», dico.
«E sai cosa m’ha detto un giorno?». «No», dice Z. «Sono innamorato della tua mente,
m’ha detto. Del tuo deserto numerico». «Così t’ha detto?» dice Z. «Precisamente»,
dico. Z scuote la testa. Ripone delicatamente la rucola sul lavandino.
So it goes,
dice Kurt.