domenica 30 dicembre 2012

So it goes #37

«Nichi Vendola», dico a Max, «mi fa venire in mente Trotckij. Nel ’17, quando abitava a New York». Ci penso, a questo, perché lo vedo concentrato su delle poesie di Brotskij. «I camerieri della trattoria dove andava a mangiare, lo odiavano, Trotckij. Perché non lasciava la mancia. ‘Mai vorrei ledere la dignità di un lavoratore’, spiegava a chi gli chiedeva ragione del comportamento insolente… Oppure, mi fa venire in mente, Nichi Vendola, che pure stimo, come uomo, e politico perfino», dico, «Pasolini, per certi versi, quando per strada intervistava i sottoproletari meridioni, gli domandava se preferivano campagna o città, e loro rispondevano ‘la città! il progresso senz’altro!’ e lui ci rimaneva male, incassava questa delusione, poveretto, ma era sincero». Max mi dice che Brotskij, sbarcato in America, subito rimase folgorato dal jukebox, distributore di perle di saggezza a buon mercato, diceva, yankee. Così. Così.
 
So, so.

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