lunedì 24 dicembre 2012

So it goes #35

«Da quando sono tutti morti», dico a Zelda, «una pera dietro l’altra mi farei per sopravvivere a questi giorni». «Rimpiangi dunque l’orrenda scena familiare?». «Non ci crederai, eppure parlano, quei parenti, della piscina da allargare, del rendimento dei titoli di stato… del Capodanno a Cortina, parlano, del nuovo borsellino di Bulgari… Ma mia madre, mio padre, mai avrebbero permesso che si nominasse una piscina, durante il pranzo di Natale, mai». Così mi fa vedere, Zelda, per distrarmi dagli sciagurati pensieri, un’incisione di artista fiammingo, che è una natività nella quale vicino a Maria, è rappresentata la figura della levatrice. E in effetti è bellissima, questa presenza inconsueta, intendo, che nella faccia mi sembra assomigli alla mia panettiera, perfino. «Da quando sono tutti morti», dico a Zelda entrando in cucina, «la vigilia di Natale, penso alla mia panettiera, eh». «Datti da fare con quel branzino piuttosto», fa lei. Va bene, Zelda, lo sai che io sono la Grande Maestra Cuciniera dei branzini selvaggi. «Apro il Franciacorta?» dice Max. «Eh apriamolo», dico, da quando sono tutti morti.
 
So.

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