«Con la febbre, come va?» dice
Zelda al telefono. «Ancora qualche linea», dico. «Cos’hai preso?». «Pastiglie
di Spongata». Oggi ho dormito quindici ore. «Quindici ore, ho dormito, oggi»,
dico. «Avrai una pelle meravigliosa», dice Zelda. «Pura come Camay, direbbe DeLillo».
«Come cosa?». «Niente». Non raccoglie la battuta. Così le racconto
dell’esplosione dei fichi al caramello. «Durante il viaggio in direzione del
pranzo natalizio», dico, «il vasetto che ho messo nella busta con gli altri
regali… non ci crederai, ma all’improvviso
si è disintegrato». «Fantastico», dice Zelda. «…Come se ci fosse qualcosa, che
dall’interno, provocando pressione, lo ha fatto saltar per aria… il caramello
si è infiltrato tra i tasti del libro-pianoforte, appiccicato al corpo del peluche
Winnie Pooh...». Zelda ride a crepapelle, fa il nome di Marcel Mauss.
So it goes, so it goes.
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