venerdì 15 febbraio 2013

Non c'è niente da fare

Dopo pranzo, mentre spolvero i libri in studio, dal romanzo ‘Ritorna, dr. Caligari’ scivola fuori una cartolina. Una di quelle dalla superficie traslucida, sapete, che inclinandole, si innesca il movimento delle sagome disegnate sopra, e se ne provoca lo spostamento. Le figure compiono un gesto, si animano. La donna s'inchina sul tavolo e solleva un vaso. Il bambino si alza da terra e allarga le braccia per afferrare una palla. Poi, ribaltando la cartolina in avanti, ecco che le figure magicamente ritrovano la loro posizione iniziale. Ritornano statiche. Così io mi domando Dove risiede la loro vera natura? Nella posizione di partenza? Nella postura finale provocata dal ribaltamento? No, no, e questo è chiaro, fin dall’inizio, a chi guarda la cartolina. Voi lo sapete, lo sapete tutti, che l’identità della figura sta nello slittamento da una posizione all'altra. E non c'è niente da fare, è un'identità inafferrabile, un punto di vista in movimento.
 

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