Ho sempre avuto un grande
disprezzo del danaro; non perché non mi piacesse essere ricco, ma perché
detestavo le preoccupazioni e le seccature che sono compagne inseparabili
dell’essere ricchi. Non ebbi la possibilità di lauti banchetti, e perciò non
ebbi da fissarci il pensiero: ma io mangiando poco e semplicemente passai la
vita più contento che con le loro raffinatissime tavole tutti i successori di
Apicio. I banchetti – li chiamano così, ma sono gozzoviglie, nemiche della
moderazione e del vivere costumato - non mi sono mai piaciuti, ed ho giudicato
una fatica inutile invitarvi gli altri e dagli altri esservi invitato. Ma
pranzare con gli amici mi è sempre piaciuto, tanto che nulla mi è stato più
gradito che averli come commensali, e mai di mia volontà ho mangiato senza
compagnia.
[Francesco Petrarca, Ai posteri,
op.cit., pag.5]
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