sabato 2 febbraio 2013

La sfacciataggine della mia erudizione

Divenni una specie di Gorgia da caffè che, per vendicarsi della certezza perduta e della superbia fiaccata, si divertiva a dissolvere e disseccare le fedi degli altri; a rovesciare i loro tentativi di teoria e di affermazione valendosi non solo della loro debolezza e ignoranza ma anche della propria malafede e pessima volontà. Provavo gusto a mettere dubbi in testa ai dogmatici; a far tacere gli ardenti; a ridicoleggiare i fanatici; a umiliare i chiacchieratori. Era un piacere amaro, cattivo, sterile, ma ci provavo gusto. Era la mia sola vendetta. Andavo apposta a cercare gli altri non per convincerli di qualcosa, come prima, ma per dissuaderli, per renderli ancora una volta simili a me.
Pochissimi mi resistevano. Il parlare animoso, la facilità d'improvvisazione, la pratica della scherma dialettica, l'esperienza delle diverse filosofie, la sfacciataggine della mia erudizione bibliografica mi davano il più delle volte il sopravvento.
[Giovanni Papini, op.cit., pag.63]

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