«Io sono un’antigarantista
esistenziale», dico a Zelda. È davanti al pc, legge Il Corriere on line. «Nel
senso che penso che in partenza, tutti nasciamo colpevoli, e che a ciascuno stia poi
di dimostrare, col comportamento, di essere innocente». «Tu sei calvinista»,
dice Zelda. «No, la coscienza non c’entra», dico, «neanche l’etica, né la
religione. Ma il principio può diventare socialmente utile… Dato che se ognuno,
per salvarsi le chiappe, è tenuto a mostrare il lato meno schifoso di sé,
magari l’umanità ne guadagna in qualità». «Guarda qui!» fa lei. In diretta legge la notizia della
voragine finanziaria che oggi travolge l’istituto del Monte dei Paschi di
Siena, di nuovo i derivati, il denaro pubblico che servirà per ripianare il
disastro annunciato. «Robespierre», dice, «sulla scheda elettorale, io ci scrivo
Maximilien de ROBESPIERRE, lista collegata: PERIODO DEL GRANDE TERRORE, così
scrivo, altro che antigarantista!». ‘Antigarantista esistenziale’, prego, Zelda,
questa è l’espressione. Ma non insisto, in questo caso, no.
So it goes, dice Kurt.
Nessun commento:
Posta un commento