«Ecco, signor Perelà, l’uomo che
fu Re quattro giorni e che salvò la patria dal disordine e dalla vergogna.
Vedete, è ai suoi piedi un orciuolo di vino, lo Stato gliene fornisce a
volontà, il miglior vino delle nostre vigne è per lui, per il Re prigioniero, è
la grazia che lo Stato gli concede. Questo gendarme in alta uniforme dà il
cambio ogni due ore giorno e notte, è la sua guardia, onore che gli è dovuto.
Forse è felice. Affonda la persona nella lordura con la quale un giorno venne
incoronato Re».
[Aldo Palazzeschi, a proposito della
prigionia dorata riservata a Iba, l’ubriacone che per aver donato le sue
ricchezze allo stato, fu incoronato re, in ‘Il codice di Perelà’, Milano,
Mondadori, 1974, pag.143]
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