lunedì 17 settembre 2012

Sfida al mattarello

Il giorno dopo incontrai un giornalista gastronomico scozzese. Alla fine della visita guidata, doveva raggiungere la scuola di cucina dove le sfogline avrebbero tenuto, apposta per lui, un workshop intitolato 'Sfida al mattarello. Le strategie della sfoglia'. Mi chiese di essere prima riaccompagnato al Grand Hotel, voleva lavarsi i denti. Che educato, pensai, non vuole presentarsi alle sfogline, che sono lavoratrici, con la bocca puzzolente; proprio delicato e per bene. «Come ci posso andare alla scuola?» domandò. «In taxi o autobus?... Quanto costa il taxi?». «Cinque, sei euro», dissi. «L'autobus?». «Un euro». «Vado a piedi», disse. «Ma saranno almeno sette chilometri!». Telefonai alle sfogline. «Il giornalista arriva a piedi», dissi. «Ah, alle cinque qui si chiude baracca e burattini, lo sa, il mister?» mi avvertì la Ines. «Lo sa, lo sa». «Allora va bene: uomo avvisato mezzo salvato, a deg ben, signora Mika?». «Sì, lei dice bene». Quella sera mi telefonò Clizia. «Il giornalista ha trovato la scuola di cucina chiusa, ne sai qualcosa?». «Non voleva prendere il taxi», risposi, «nemmeno acquistare il biglietto del bus». «Dovevi pagarglielo tu», disse Clizia. «Io?». «Sì, tu. Entrare in tabaccheria e comprargli quel cavolo di biglietto, perdiana, Mika, ma che cavolo mi combini?». Riattaccai. Clizia richiamò. «E' caduta la linea?» chiese. «No», dissi.
[dalla Guida gastronomica]

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