Un mese prima della proclamazione
del vincitore dello Strega, qualche decennio fa, un autore candidato rintracciò
al telefono Goffredo Parise, membro della giuria. «Pronto, signor Parise. Mi
dia il suo voto!». Parise restò in silenzio. «Lei mi chiede il voto», disse. «E
sia». «Cosa chiede in cambio?» domandò l’autore. «Il …», fece Parise. «Il?...»
chiese l’autore. «Il suo culo».
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