Ventidue anni fa. Riempio la valigia sul letto. Sono
in partenza. Mia madre entra in camera come un turbine. «Chi te lo fa fare», dice, «di correre dietro a un uomo?». Mi sono innamorata di un
ragazzo che studia cinema. Abbiamo ottenuto l'accredito per assistere alle
proiezioni del festival del Cinema di Pesaro. Dormiremo in una pensione. È la
prima volta che dormo con un ragazzo. «Con tutto quello che tuo padre ha speso
per farti studiare», dice mia madre, «perché tu diventassi una donna
indipendente, istruita», dice, «devi solo ringraziare il cielo che
non sei come me, che sono ignorante, e incontrando tuo padre sono stata
fortunata, ma a te potrebbe capitare altrimenti!». «Che cosa
potrebbe capitarmi?» dico, «sentiamo». «Un mascalzone», dice mia madre, «che
prima si approfitta della tua ingenuità e dopo ti abbandona». Rido. Ancora
adesso mi scappa un sorriso, se ci penso. Ma quello era il modo che mia madre
aveva di proteggermi.
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