sabato 9 giugno 2012

Mascalzone

Ventidue anni fa. Riempio la valigia sul letto. Sono in partenza. Mia madre entra in camera come un turbine. «Chi te lo fa fare», dice, «di correre dietro a un uomo?». Mi sono innamorata di un ragazzo che studia cinema. Abbiamo ottenuto l'accredito per assistere alle proiezioni del festival del Cinema di Pesaro. Dormiremo in una pensione. È la prima volta che dormo con un ragazzo. «Con tutto quello che tuo padre ha speso per farti studiare», dice mia madre, «perché tu diventassi una donna indipendente, istruita», dice, «devi solo ringraziare il cielo che non sei come me, che sono ignorante, e incontrando tuo padre sono stata fortunata, ma a te potrebbe capitare altrimenti!». «Che cosa potrebbe capitarmi?» dico, «sentiamo». «Un mascalzone», dice mia madre, «che prima si approfitta della tua ingenuità e dopo ti abbandona». Rido. Ancora adesso mi scappa un sorriso, se ci penso. Ma quello era il modo che mia madre aveva di proteggermi.

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