giovedì 25 aprile 2013

So it goes #48

«Enrico Letta, a momenti compie cinquant’anni», dico, «giovane non è». Sono con Zelda. Davanti al memoriale dei partigiani, in piazza del Nettuno, si compie la celebrazione. I bersaglieri strombettano l’inno d’Italia, ci sono le corone d’alloro, le spillette col tricolore. «…Che Napolitano dica Affido il mandato di formare il nuovo governo a Enrico Letta perché, benché sia giovane, già ha maturato una buona esperienza politica… Ti sembra una frase appropriata?» dico. «…Come se essere giovani e agli esordi  fosse un difetto». Zelda non risponde. Guarda gli studenti barbuti che si mischiano agli ex partigiani. «Quelli sono giovani», dice. Da quando ha rotto con Scott è ringiovanita; Rayban nuovi di zecca, chioma ramata che le luccica al sole, è perfino abbronzata. «Io penso che il paese semmai di una mente lucida e sgombra abbia bisogno», dico, «mica di un artigiano che rimetta insieme dei cocci di politica». «Sto leggendo dei racconti di Maupassant», dice lei, «in francese. Molto belli». Dice che le piacerebbe andare a Venezia, a vedere la mostra di Manet, che vorrebbe trasferirsi a Ginevra, dato che lì da un anno studia. Cioè, dei miei discorsi arrabbiati, se ne infischia. Ma essere evasivi, Zelda, è facile da farsi, facile da dirsi, penso.
 
So so so.
 

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