«Scott mi ha detto che s’è
innamorato di una», dice Zelda al telefono. «Ma va’?!». «Sì, è lì che non capisce
più niente, poveretto». Scott e Zelda convivono da vent’anni. «Che tu e Scott
interrompiate la vostra storia d’amore», dico, «lo troverei del tutto appropriato.
E positivo per te senz’altro». Perché Scott è un rammollito, e il classico
intellettuale egocentrico. «Questa donna ha trentacinque anni», dice Zelda, che
significa vent’anni meno di lei. «Non so, da quando ha compiuto i cinquanta»,
dice, «si è del tutto rincoglionito a inseguire la figa giovane… vuol dimostrare
la sua virilità, penso… fa certe battute da camionista, non ci crederesti». Ci
credo, invece. «Zelda», taglio corto, «considerati baciata in fronte dalla fortuna.
Chiamala provvidenza o come ti pare… Questa è una possibilità unica e
irripetibile che senza neanche tu l’abbia chiesta ti è stata regalata per…
Zelda?». Ha riattaccato. «Non sei molto delicata», dice Max. No, infatti. Nelle
questioni sentimentali, non sono delicata. Soprattutto le volte che di mezzo c’è
uno stronzo. Sono una drastica, io. La richiamo due giorni dopo. «Allora?».
«Mah», dice, «sembra che la donna, di questa cosa, non ne sapesse niente». «In
che senso?». «Era all’oscuro di tutto. Gli ha detto, a Scott, che lui aveva frainteso i suoi sentimenti». «Stai forse dicendo che Scott s’è sparato un suo individuale viaggio amoroso?». «Esattamente», fa Zelda. Strepitoso! Insuperabile!
«Vaga per casa», dice, «farfugliando frasi tipo ‘mi sono sbagliato… tu sei la
mia donna’… è fuori di testa… dice
che l’ha conosciuta a un bar di via Mengoli, pensa». «Be’, il bar fa parecchio
anni Cinquanta…». «Un po’», dice Zelda. «Zelda, senti», dico, «ma ti rendi
conto del colpo di culo?». «No». «Ti rendi conto che senza far un emerito cazzo
di niente, del tutto a tua insaputa quasi, ti stai finalmente liberando di quello?… Zelda? Zelda accidenti?». Ha
riattaccato.
So it goes, so so.
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